a cura di Roberta Gallo
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Facendo seguito allo spettacolo di Rumba di sabato 9 Febbraio, DOMINGO PAU ha tenuto uno stage di Rumba presso L'Hdemia di Piazza Palermo, vogliamo spiegare l'anima della Rumba cubana...

LA RUMBA A CUBA
Con l'abolizione della schiavitù a Cuba nel 1886 gli schiavi neri che non poterono rimanere nella campagna, non possedendo terre per l'agricoltura ed essendo impoveriti economicamente, si spostarono nella periferia dei paesi e delle città, dando vita ai Solares. Questi Solares, nei sobborghi delle città esistevano già, ma con l'abolizione della schiavitù, l'incremento demografico al loro interno fu sostanziale. Nei Solares si mescolano le distinte tribù africane portate a Cuba dagli spagnoli, con i bianchi salariati che lavoravano nei piccoli negozi dei Solares. In questo ambiente nacque la festa collettiva e profana chiamata Rumba, con un tale impatto che la parola rumbero si utilizza ancora oggi per designare un persona festaiola e rumbear per l'attività festiva intensa tanto a Cuba quanto nel Caribe. Al suo inizio, dovuto alla povertà estrema dei gruppi sociali che vivevano nella periferia delle città, gli strumenti utilizzati nella Rumba furono gli stessi mobili e utensili della casa o del lavoro. In poco tempo si passò a usare i Cajones (casse) in cui si importava il baccalà, per il loro legno buono. Con i cajones (da qui viene la frase "rumba de cajón") si accompagnava un cantante che inoltre suonava la clave. Poi i cajones furono sostituiti dai tamburi, che arrivarono a essere tre. I tamburi (tumba, llamador e quinto) ricevettero il nome generico di tumbadores. Questa struttura s'ingrandì con un esecutore che colpiva con due bastoni il corpo di legno di uno dei due tamburi. Questo si conobbe con il nome di Cáscara. In fine, il ritmo della cáscara passò a essere eseguito dallo strumento noto come cata (tronco di legno svuotato e sospeso in aria). È da queste circostanze che, alla fine del secolo passato, sorge la frase: "rumba del tempo di Spagna", per evocare la maniera d'eseguire la Rumba a Cuba sotto la dominazione spagnola. Inoltre è ovvia la grande influenza delle tribù africane portate a Cuba nel concepimento di questo genere musicale. La Rumba ha tre stadi differenti che si possono raggruppare in termini generali come segue: Diana – frammento melodico introduttivo senza testo nel quale il cantante utilizza frasi di apparente incoerenza per ambientare, Décima – il cantante improvvisa un testo dove presenta il tema che da il motivo alla Rumba, sebbene il metro letterario che utilizzano i rumberos in questa parte non è sempre la décima, Rompe la Rumba – entrano gli strumenti a percussione, esce in pista di fronte ai musicisti una coppia di ballerini o un ballerino (nella Columbia) e il cantante evidenzia nel suo testo alcune frasi che saranno utilizzate come ritornello per il coro, per alternarle con le improvvisazioni del cantante. Nella Rumba esistono tre stili. La Columbia, Rumba rapida che è ballata da un solo uomo, consiste in movimenti acrobatici e convulsi, ripresi dai balli iremes o diablito cubano (diavoletto cubano), di fronte al quinto che sfida con i suoi passi, come nella bomba portoricana. Si crede che la sua origine risalga alle popolazioni dell'interno, in un antico casale di Matanza chiamato Columbia. Si coltiva a Cuba ma non ha seguito nel resto del caribe. Il Guaguancó, lo stile più importante della Rumba, si caratterizza per descrivere nel suo canto un avvenimento sociale o un personaggio del paese. Il suo ballo si distingue per un gioco di attrazione e repulsione tra la coppia. L'uomo cerca di "vaccinare" (vacunar)la donna con movimenti pelvici possessivi mentre lei si copre per evitare la "vaccinazione" (vacunao). Il Yambú, Rumba lenta in cui i ballerini fanno gesti tipici della vecchiaia, non si fanno movimenti pelvici possessivi, del vacunao, nel canto s'intercala la frase "nel yambú non si vacuna" per distinguere il modo in cui si deve ballare. Oggi è coltivato solo da gruppi di ballo professionisti di Cuba. La Rumba ha la così il suo culmine nel ballo. Però a New York e a Portorico si coltivò una particolare esecuzione della conga e delle ritmiche corrispondenti. Il guaguancó fu lo stile che più si coltivò fuori da Cuba, per giunta molti temi musicali si classificarono scorrettamente come "guaguancó cunado", in realtà erano sones o guarachas (vedi il tema di Curet Alonso che registrò Pacheco, La escencia del Guaguancó). La Salsa si appropriò di alcuni degli elementi della Rumba, tra i quali possiamo menzionare l'introduzione del tema musicale del cantante, che esprime frasi di apparente incoerenza, accompagnato solo da strumenti a percussione, il distacco della tumbadora (la conga) come strumento solista e di forza nella sezione della percussione. ROBERTA GALLO



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