a cura di Roberta Gallo
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ECUADOR: OTAVALO, IL PIU’GRANDE MERCATO DELLE ANDE

Lagune immobili e azzurre, bordate da minuscoli villaggetti, dove vivono indios taciturni dagli occhi neri, profondi e impenetrabili, caratterizzano il paesaggio intorno a Otavalo. E ancora. Paesini abitati da magici artigiani della lana, del cuoio e del legno, sfilano lungo la Panamericana Norte, uno dietro l’altro. Tutti luoghi da scoprire e dove fare ottimi acquisti.

Ma il più gettonato, il più affollato, il più visitato è sicuramente il mercato artigianale di Otavalo, che risale all’epoca preincaica, a cento chilometri circa a Nord di Quito. La città è oramai un solo e grandissimo bazar. Il sabato mattina si riempie di bancarelle, indios venditori e turisti. E’ davvero una grandissima attrazione. Una caleidoscopio di colori, manufatti, persone di tutte le razze. Un miscuglio di lingue, culture, costumi. Le donne di Otavalo e dei paesini vicini, sono tutte impeccabilmente vestite con i loro abiti tradizionali. Una lunga gonna nera e splendide camicette bianche, dalle larghe maniche di pizzo, tutte abilmente ricamate da fili di mille colori, adornate da passamanerie variopinte. Al loro collo brillano collane multifili di perline dorate. Ai polsi bracciali rossi portafortuna. A Otavalo niente asili nido né scuole materne. I bimbetti di due o tre anni sono simpaticamente seduti tra cumuli di maglioni di alpaca colorati. Qui giocano, mangiano, dormono. I più grandicelli, oltre a creare i propri oggetti di artigianato, cercano di vendere qualcosa ai turisti che curiosano tra le bancarelle. Non si può resistere al fascino dei “gorras”, i cappellini andini di lana dai lunghi paraorecchi, ai maglioni dalle inconfondibili fantasie, ai ponchos bordati di piccoli alpaca. Simpatiche bamboline di pezza e splendidi manufatti in legno. Hai veramente l’imbarazzo delle scelta per comprare cose da portati nel suolo patrio o da donare come souvenir al ritorno a parenti ed amici.Veramente originali le scacchiere dove, a scontrarsi sul piano di gioco, sono i conquistadores contro gli indios. Al posto del cavallo, un lama.
Intanto continuano a passare donne con mante, dove all’interno spuntano i musetti furbi dei loro bambini. Oppure sono colme di mercanzia da portare al mercato per essere venduta.
Non amano essere fotografati. La loro paura è sempre quella che, con uno scatto, si porti via loro l’anima.
L’origine della loro attività affonda le radici nel periodo coloniale. Furono proprio gli spagnoli infatti a dare impulso all’attività tessile, impiegando gli Otavalos nelle tessiture dei latifondisti con turni massacranti di quattordici ore al giorno. Nel 1917 un tessitore ebbe l’idea di copiare il disegno di un tessuto scozzese, allora di moda. La novità ebbe subito un grande successo e rivelò a tutto il mondo l’abilità degli artigiani di Otavalo. I loro manufatti, soprattutto i tappeti, dai disegni fantasiosi e dai colori accesi, hanno così raggiunto una notevole fama e hanno fatto il giro del mondo. Qui riesci a comprarli davvero a prezzi irrisori. Contrattando contrattando, non superi quasi mai i 25 euro, per tappeti che qui in Italia, nei negozi etnici di gran lusso, vai anche a pagare sui tre-quattrocento euro. Ovviamente, anche in loco, non manca l’eventuale fregatura. Bisogna stare attenti al tipo di lana impiegato per la tessitura. Secondo gli abitanti, bruciando un filo di lana, se si accartoccia e fonde vuole dire che contiene fibre sintetiche. Quindi potrebbe essere anche di natura industriale e non tessuto a mano. Oppure fatto con materiale scadente.
Otavalo è circondata da montagne altissime. Un vero manto che avvolge questo paesino e sembra proteggerlo dalla civiltà occidentale che potrebbe fagocitarlo. Sullo sfondo il vulcano Cayambe, oramai spento da anni, fa da sentinella.
Ma qui ci sono altri due tipi di mercati molto particolari. Quello del bestiame e quello della frutta. Girovagando per il primo sembra di essere davvero in un film western della miglior tradizione di John Ford. Mucche e cavalli negli steccati aspettano di essere venduti. E, prima, vengono visionati dagli eventuali acquirenti. Coloratissimo e profumatissimo quello della frutta. Il vociare allegro delle venditrici ti stordisce tanto quanto l’odore intenso della loro merce. Per lo più frutta non conosciuta nel nostro continente.
Lasciata Otavalo, tutte le emozioni, i colori e i profumi li porti nel cuore e ti rallegrano il restante periodo della vacanza e il ritorno a casa!
ROBERTA GALLO



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