CD di Musica Latinoamericana
a cura di Aldo Conti


Latino Americana
Rock Pop Blues Dance etc.

Adalberto Alvarez - Para Bailar Casino (2003)


Mano pa' arriba, Cubaaaa!! ...La Rueda ya se formo'... Ahi na'ma!!

Cosi' ci incita cantando il solista, nella splendida Title Track: "Para bailar Casino".

Una canzone che intende far ritrovare al pubblico quel gusto che si prova nel ballare il Casino Cubano, in coppia o ancor meglio in quella formazione circolare, fornita di un "Caller", chiamata Rueda de Casino meno di mezzo secolo fa nella Isla Grande... tutto questo a causa dell'ultima generazione Cubana, che parrebbe essere troppo "distratta" dai generi musicali provenienti da oltreoceano e da "El Yuma", gli U.S.A., quali la Disco e soprattutto il Rap...

Adalberto ha una solida formazione sonera, e con questo CD intende rinnovare il suo stile musicale per riavvicinarsi a quei giovani, senza pero' tradire o rinnegare se stesso, il suo "vecchio" pubblico o le sue origini, ovvero il Son, il "padre" della Salsa... ascoltate ad esempio, oltre alla Title Track suddetta, anche: "Deja la mala noche"; ..."tremenda farandulera", chiama il Coro, ed il cantante gli risponde a tono in un Montuno davvero forsennato, da brividi... Chiamata e Risposta, concetto basilare nella musica tradizionale Cubana... cio' nonostante, il brano e' talmente... Timba, moderno!

 Nel CD c'e' energia pura, ed e' dispensata col bilancino di precisione come farebbe un farmacista con gli ingredienti delle proprie produzioni curative, perche' il Son merita il rispetto delle proprie caratteristiche musicali, ma e' la Timba il "nuovo corso" Cubano... e questa, soprattutto nella sua forma piu' "dura", e' ritenuta troppo aggressiva ed estrema, "di rottura" per quanto intende proporre Alvarez...

 Una dimostrazione di quanto detto sopra e' il brano: "Tumba, Timbal y Bongo", ove l'assolo distensivo di pianoforte di Dorgeris Alvarez va gradualmente a trasformarsi nella melodia (refrain) di: "Take the A-Train", splendido e celeberrimo brano Jazz (assecondando quel gioco delle citazioni consolidato ormai da decenni nella musica caraibico/latina), per poi ripartire in Timba con vigore, facendo iniziare "la fiesta de los rumberos", ovvero dando spunti danzerecci graditi ai piu' "calienti" fra i ballerini, quelli che meglio "assorbono" e riflettono nel loro muoversi la parte "negra" di questa musica che, ricordiamolo, ha come "madre" la Rumba e pure le gestualita' Afro.

 Con simili "genitori", Son e Rumba, e con "parenti prossimi" cosi' scomodi per i "tradizionalisti" come la Timba (la figlia?), il compito di rispettare in Salsa tanti vincoli non e' certo facile; eppure Adalberto Alvarez y Su Son vi riescono egregiamente, come ben pochi altri autori Cubani sanno fare.

 Le canzoni piu' rilassate come: "Son para un amor" ma soprattutto la versione Bolero di: "Loco enamorado", presente anche come Salsa, ci faranno stringere in "Posicion social" con il nostro partner di ballo per qualche gradevole minuto, che ci parra' davvero splendido se ci lasceremo avvolgere dalla melodia struggente e dalla voce del "singer".

 Le altre canzoni presenti che non ho nominato seguono le linee guida dell'intero CD; lo arricchiscono ulteriormente sui fronti della ballabilita' con allegria ed emozione e della poliedricita' di quest'opera, e infine ci confermano la creativita' del suo autore.

Il CD è davvero ottimo "para bailar y para gozar", ma non dimentichiamoci che e' pure uno stupendo quadro tinto da mano esperta e sensibile coi colori piu' Cubani, che risplendono netti al Sole dell'Arte, e che raffigura La Regina Musica.

 
Aldo Conti

BEN HARPER
Lifeline
(Virgin) 2007
soul-rock
C’era una volta Ben Harper.
Quello che di “Welcome To The Cruel World” e di “Fight For Your Mind”, quello col pugno alzato in mezzo a una strada sterrata o con la weissenborn sulle ginocchia nei concerti, quello delle proteste e della rabbia di “Oppression” e “Excuse Me Mr.”, ma anche delle ballate toccanti di “Forever” e “Another Lonely Day”. Quel Ben Harper che spaziava tra la black music e il folk-rock dei bianchi, che mescolava e rinnovava i generi, capace di amalgamare gospel, blues e soul in modo fresco e originale, quello che prometteva bene.
Ora, giunti all’ottavo disco in studio, di quello che era (e che prometteva di essere) Ben Harper è rimasto veramente poco.

Difficilissimo ritrovare in questo “Lifeline”, terza prova con gli Innocent Criminals, i guizzi che caratterizzavano i primi due dischi o, almeno, quel "There Will Be A Light" registrato con i Blind Boys Of Alabama; si fanno notare positivamente il rock intriso di r’n’b di “Say You Will” (forse il pezzo migliore del lotto), lo strumentale per weissenborn di “Paris Sunset # 7” o il rock di “Put It On Me”, che ricorda lo Springsteen degli esordi.
Si salvano pure la soul-rock ballad “Needed You Tonight”, potente e suadente in egual dose, o la malinconica title track, tinta da impalpabili pizzicate di chitarra acustica e slide, ma “Lifeline” finisce qui. Perché il resto è costituito da ballate trite e ritrite, un po’ country–rock (“Fool For A Lonesome Train”), spesso repliche di un Harper-style già sentito tante volte (“In The Colours”, “Fight Outta You”) o irrimediabilmente banali (“Having Wings”) e noiose (“Younger Than Today”).

Il problema è che il cantautore californiano non solo non sa più scrivere canzoni come “Like A King” o “I’ll Rise”, ma non riesce neanche a infondere alle sue ballad la stessa intensità che percorreva le note di “Waiting On An Angel” o “Walk Away”.
Il nuovo Ben Harper è rilassato, è quello che fa surf con Jack Johnson, niente più strade polverose, niente più mamme con amanti lesbiche, meno potere al gospel e meno miglia da marciare per non bruciare ancora. Del fuoco che allora ardeva di rabbia dentro il californiano forse è rimasto solo quello presso cui ci si raduna in circolo sulla spiaggia con la chitarra e gli amici; giusto per la pace interiore, certo, ma l’ispirazione di una volta non c’è più.

Adalberto Alvarez - Para Bailar Casino (2003)


Mano pa' arriba, Cubaaaa!! ...La Rueda ya se formo'... Ahi na'ma!!

Cosi' ci incita cantando il solista, nella splendida Title Track: "Para bailar Casino".

Una canzone che intende far ritrovare al pubblico quel gusto che si prova nel ballare il Casino Cubano, in coppia o ancor meglio in quella formazione circolare, fornita di un "Caller", chiamata Rueda de Casino meno di mezzo secolo fa nella Isla Grande... tutto questo a causa dell'ultima generazione Cubana, che parrebbe essere troppo "distratta" dai generi musicali provenienti da oltreoceano e da "El Yuma", gli U.S.A., quali la Disco e soprattutto il Rap...

Adalberto ha una solida formazione sonera, e con questo CD intende rinnovare il suo stile musicale per riavvicinarsi a quei giovani, senza pero' tradire o rinnegare se stesso, il suo "vecchio" pubblico o le sue origini, ovvero il Son, il "padre" della Salsa... ascoltate ad esempio, oltre alla Title Track suddetta, anche: "Deja la mala noche"; ..."tremenda farandulera", chiama il Coro, ed il cantante gli risponde a tono in un Montuno davvero forsennato, da brividi... Chiamata e Risposta, concetto basilare nella musica tradizionale Cubana... cio' nonostante, il brano e' talmente... Timba, moderno!

 Nel CD c'e' energia pura, ed e' dispensata col bilancino di precisione come farebbe un farmacista con gli ingredienti delle proprie produzioni curative, perche' il Son merita il rispetto delle proprie caratteristiche musicali, ma e' la Timba il "nuovo corso" Cubano... e questa, soprattutto nella sua forma piu' "dura", e' ritenuta troppo aggressiva ed estrema, "di rottura" per quanto intende proporre Alvarez...

 Una dimostrazione di quanto detto sopra e' il brano: "Tumba, Timbal y Bongo", ove l'assolo distensivo di pianoforte di Dorgeris Alvarez va gradualmente a trasformarsi nella melodia (refrain) di: "Take the A-Train", splendido e celeberrimo brano Jazz (assecondando quel gioco delle citazioni consolidato ormai da decenni nella musica caraibico/latina), per poi ripartire in Timba con vigore, facendo iniziare "la fiesta de los rumberos", ovvero dando spunti danzerecci graditi ai piu' "calienti" fra i ballerini, quelli che meglio "assorbono" e riflettono nel loro muoversi la parte "negra" di questa musica che, ricordiamolo, ha come "madre" la Rumba e pure le gestualita' Afro.

 Con simili "genitori", Son e Rumba, e con "parenti prossimi" cosi' scomodi per i "tradizionalisti" come la Timba (la figlia?), il compito di rispettare in Salsa tanti vincoli non e' certo facile; eppure Adalberto Alvarez y Su Son vi riescono egregiamente, come ben pochi altri autori Cubani sanno fare.

 Le canzoni piu' rilassate come: "Son para un amor" ma soprattutto la versione Bolero di: "Loco enamorado", presente anche come Salsa, ci faranno stringere in "Posicion social" con il nostro partner di ballo per qualche gradevole minuto, che ci parra' davvero splendido se ci lasceremo avvolgere dalla melodia struggente e dalla voce del "singer".

 Le altre canzoni presenti che non ho nominato seguono le linee guida dell'intero CD; lo arricchiscono ulteriormente sui fronti della ballabilita' con allegria ed emozione e della poliedricita' di quest'opera, e infine ci confermano la creativita' del suo autore.

Il CD è davvero ottimo "para bailar y para gozar", ma non dimentichiamoci che e' pure uno stupendo quadro tinto da mano esperta e sensibile coi colori piu' Cubani, che risplendono netti al Sole dell'Arte, e che raffigura La Regina Musica.

 
Aldo Conti


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