a cura di Roberta Gallo
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Preghiere, divinazioni, offerte sacrificali. Riti nati per soddisfare le esigenze spirituali degli schiavi Yoruba sopravvivono fino ai nostri giorni.
La Santeria ha origine in Africa occidentale, e più precisamente in Nigeria, la patria degli Yoruba. Questa popolazione aveva una struttura sociale organizzata in diversi regni. Il più importante era il Benin, che durò per dodici secoli fino alla fine del XIX secolo.
Qui, questa forma di divinazione, veniva anche chiamata “regola di Lucumi”, dal nome che identificava la gente Yoruba, perché usavano salutarsi con la parola “oluku mio”, che significa “amico mio”.
Con l’arrivo degli spagnoli, tra il 1820 ed il 1840, gli Yoruba furono ridotti in schiavitù e portati in vari paesi del Sud America per essere sfruttati nelle piantagioni. Furono emanate delle leggi per garantire alcuni diritti di questa popolazione e si cercò di convertirla al cattolicesimo. Ma gli Yoruba lo fecero solo esteriormente. In realtà rimasero molto legati alla loro religione. E, così, per mascherare, iniziarono a identificare le loro divinità, dette “Orishas” con i santi cattolici. Quando i loro padroni vedevano le schiave pregare pensavano che si rivolgessero a Santa Barbara, mentre loro pregavano Changò, il signore dei lampi, del fuoco, dei tamburi e delle danze.
Gli Orishas sono considerati degli emissari tramite i quali il popolo ha la possibilità di interagire con il proprio Dio, Olurun, chiamato anche Olodumare, che rappresenta la forza universale e la creatività.
Queste divinità governano tutte le forze della natura e tutti gli aspetti della vita umana. In qualsiasi momento un Santero può ricorrere ad essi. E’ infatti risaputo che esse corrono sempre in aiuto dei loro seguaci. Tutto avviene attraverso riti, preghiere, divinazioni ed offerte.
Con il tempo la Santeria è divenuta famosa anche grazie alla pratica della magia, basata su una profonda conoscenza dei “misteri”degli Orishas e sul loro impiego per migliorare la vita del seguace.
La storia e le caratteristiche dei diversi Orishas, messi a confronto con i santi del cattolicesimo, ci porta a comprendere il fenomeno del sincretismo a Cuba, anche se entrambi non sono altro che espressioni di una stessa esigenza di spiritualità.
ROBERTA GALLO




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